I capitoli ventiseiesimo e ventisettesimo del decimo libro delle Confessioni costituiscono un capolavoro retorico e lirico, in cui Agostino, alla luce dell’esperienza della propria conversione, cerca di rendere ragione di come sia possibile l’incontro e la conoscenza di Dio. Scritto, grosso modo, un secolo prima della Teologia Mistica, lo scopo di questo breve testo è il medesimo di quel trattato: tracciare un itinerarium mentis in Deum, legittimare filosoficamente cioè la possibilità della conoscenza di Dio. Ora, però, se in Dionigi essa prende le fattezze di un pensiero ossimorico, in Agostino si declina invece come mistica della carne ...
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