Pensare l’essenza come presenza, quindi come aldilà dell’essenza; pensare l’origine come ipostaticamente molteplice, o per lo meno tale che si articoli ipostaticamente; pensare l’essere come eccedenza, come desiderio; pensarlo quindi come infinito: sono questi i quattro vertici del quadrato platonico-biblico.
Le declinazioni poi, di quest’unica matrice, storicamente sono state svariate, diverse tra di loro, a volte persino opposte: come ad esempio il neoplatonismo plotiniano, tendenzialmente monistico, rispetto al pluralismo levinasiano, allergico a qualsiasi forma di unità. Ora, proprio qui si misura forse la difficile via mediana tentata dal cristianesimo: non un esito monistico, in cui l’alterità risulti sacrificata; ma nemmeno una relazione senza contatto, che viceversa rinunci all’unità; piuttosto un’unione che potenzi la separazione ed una separazione nella quale si compia l’unione. Ontologia della soglia: ovvero trapassare reciproco ed irrisolto di unità e molteplicità, identità e differenza, essenza e presenza, assenza e presenza, ...
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