L’Ave Maria è una preghiera che conduce da Maria a Gesù, compiendo ogni volta nuovamente il mistero alla cui realizzazione è stata assolutamente necessaria la cooperazione di Maria: il mistero dell’incarnazione. L’incarnazione del Verbo è un fatto accaduto circa duemila anni fa; ma proprio a partire da quel momento, anziché esaurirsi, è diventato una realtà che sempre nuovamente e più estesamente deve accadere: è l’evento che continua a realizzarsi in forma permanente nell’anima dei fedeli, in modo specifico anche proprio attraverso l’orazione. Pregare l’Ave Maria: evento mistico che reitera l’esperienza dell’incarnazione del Verbo nell’anima e nella carne dell’orante. Nella Salve Regina, invece, dopo che è stata pronunciata la parola «Gesù», si torna al nome che ha costituito l’interlocutore dell’intera antifona: Maria. Durante questa nostra esistenza, infatti, abbiamo bisogno di continuare a crescere nell’utero materno di Maria: siamo ancora per via, non siamo arrivati «all’uomo perfetto», alla «misura della pienezza di Cristo» (Ef 4,13). Il parto dell’uomo nuovo, del corpo di Cristo, è appena cominciato: è uscito solo il capo, Cristo; dopo di lui, deve ancora venire alla luce il resto del corpo, che siamo noi.
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